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Le statue di Jan Fabre a Piazza Plebiscito

Piazza Plebiscito è un perimetro perfetto per le opere in bronzo dorato di Jan Fabre, scrittore, autore teatrale, coreografo, regista e performer di Anversa al quale quest’anno Napoli – per le festività natalizie – ha affidato il compito di realizzare arte contemporanea nei luoghi all’aperto della città.

Cinque installazioni (veri e propri calchi corporali dell’artista belga, che pesano circa tre quintali e mezzo ciascuno) che verranno inaugurate ufficialmente sabato ma che da stamattina i passanti possono già ammirare tra Palazzo Reale e la Basilica di San Francesco di Paola. Si tratta dell’“L’uomo che dona il fuoco”, dell’ “L’uomo che scrive sull’acqua”, dell’“L’astronauta che dirige il mare”, dell’“L’uomo che misura le nuvole” e dell’“L’uomo che piange e che ride”, distribuite nello spazio che separa il lungomare dalle passeggiate del centro antico.

Partendo dall’angolo del Plebiscito che confina con piazza Trieste e Trento, sul terrazzo di Palazzo Reale c’è “L’astronauta che dirige il mare”: una figura ispirata a un vero viaggiatore dell’i nfinito che a terra ha il casco da navigatore mentre davanti a sé c’ è un leggìo sul cui spartito non è scritta alcuna nota. Perché a costui tocca semplicemente orchestrare il movimento delle stelle e la loro sinfonia armoniosa. Tra due leoni a riposo nell’angolo che conduce in piazzetta Carolina, invece, è stato installato “L’uomo che dona il fuoco”: un corpo vestito di un soprabito e di un giubbetto di pelle – anch’essi ricoperti di bronzo, naturalmente – che si difende dal vento per poter usare il suo accendino, con un evidente richiamo mitologico alla potenza di uno dei quattro elementi.

All’elemento acqua, allora, è dedicata l’opera preparata tra le due storiche statue di cavalli: “L’uomo che scrive sull’acqua”, appunto, composta da sette vasche che contengono acqua distillata perché il bronzo non si corroda e rivolta esplicitamente agli uomini e ai loro limiti creativi. Mentre sul colonnato della chiesa di San Francesco, guardando in direzione del Pallonetto di Santa Lucia, ecco ergersi su una scaletta “L’uomo che misura le nuvole”, una sagoma che tiene tra le braccia larghe una riga per contare le dimensioni del mistero.

Al centro di piazza Plebiscito, infine, “L’uomo che piange e che ride”, una scultura che raffigura un uomo che regge un libro. Immaginario diario di appunti per gioie e dolori. Soltanto venerdì saranno montate sui sei lampioni dello slargo le rispettive bandiere su cui Jan Fabre ha scritto i suoi “statement”, aforismi profondamente legati alle cinque

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