Il Napoli Teatro Festival Italia descrive da oggi la sua progettualità articolata: non solo un programma di spettacoli (peraltro fittissimo e soprattutto internazionale): 38 debutti, 200 rappresentazioni, 15 paesi coinvolti, 2000 artisti, 9 lingue parlate, e anche un progetto produttivo e promozionale che costituisce una compagnia teatrale del Festival (europea), che produce direttamente nuove creazioni ideate per il Festival (17 lavori), che produce e coproduce più della metà degli spettacoli che presenta (29 spettacoli sui 40 del programma), che commissiona nuovi testi per il teatro (14 testi originali), che sceglie di ricomprendere nelle sue scelte artistiche anche la danza, performance e installazioni di arti visive, la musica, proponendo un’idea di teatro interdisciplinare.
E’ un Festival che apre partnership produttive (e di reciprocità artistica) in diverse aree del mondo: con i Festival di Singapore in Oriente, Manchester nel Regno Unito, Santiago del Cile per l’America del Sud, Sibiu in Romania per l’Est europeo, Almagro in Spagna. Che costruisce progetti per l’Unione Europea e rende disponibile le proprie competenze di progettazione europea per le Istituzioni culturali italiane. Il Festival inaugura un Master europeo di perfezionamento organizzativo promosso con la collaborazione delle Regioni del Sud Italia, che durerà un anno, si terrà all’Università di Salerno e per una fase di studio a Parigi. Il Festival sceglie un rapporto diffuso con la città, creando partnership con alcuni dei suoi organismi teatrali e culturali (la prima edizione elenca collaborazioni con 35 realtà e istituzioni napoletane) scegliendo di svolgere i suoi spettacoli in 30 diverse sedi teatrali e non teatrali dell’intera città. Il Festival annuncia sin dall’inizio una radicale e inedita (per le iniziative culturali e di spettacolo italiane) connotazione ambientalista: aderirà alle normative europee di eco-sostenibilità in tutte le sue azioni e produrrà autonomamente tutta l’energia di cui ha bisogno (grazie alla disponibilità della Regione Campania e con un progetto di produzione di energia fotovoltaica, già attivo dal prossimo giugno). A metà giugno, d’intesa con la Direzione Generale dello Spettacolo e l’ETI, organizza con l’Agis le giornate professionali del settore teatrale, dieci anni dopo l’ultima edizione, per una sorta di stati generali del settore posto di fronte ai temi della devolution, di nuove normative, della necessità di nuove strategie e politiche anche di defiscalizzazione.
La Fondazione Campania dei Festival ha impostato sin dall’inizio il lavoro del Festival su una dimensione triennale, sia nella costituzione di un nuovo staff di lavoro (che renderà possibile l’organizzazione di un programma pluriennale), sia nelle scelte di programmazione per i prossimi anni 2009 e 2010. Nel 2009 il Festival si terrà da venerdì 5 a domenica 28 giugno 2009 e presenterà un programma impostato sulle stesse sezioni: dal debutto del nuovo spettacolo della Compagnia europea a opere e spettacoli dedicati al Settecento napoletano e alle nuove creatività, alla drammaturgia (tra gli scrittori che hanno accettato di venire a Napoli e scrivere un testo per il festival c’è Antonio Skarmeta, autore de “il Postino”). Tra i progetti produttivi e co-produttivi: la “Divina Commedia” di Raffaello Sanzio (dopo Avignone presentata in Italia, in versione integrale a Napoli), Elio de Capitani (con un progetto su Heiner Muller), Tato Russo, Enzo Moscato, il National Theatre di Londra, Karole Armitage (con una coreografia dedicata a Pulcinella).