Mario Monicelli si suicida a Roma

Mario Monicelli regista
Mario Monicelli
Mario Monicelli morto suicida a Roma, il regista viareggino si è ucciso lanciandosi dal quarto o quinto piano del reparto di urologia del San Giovanni, uccidendosi lunedì 29 novembre 2010 alle ore 21.

Monicelli aveva 95 anni e soffriva di un tumore alla prostata. Il corpo di Monicelli è stato trovato dal personale sanitario dell’ospedale a terra, disteso nei viali vicino alle aiuole, a pochi metri dal pronto soccorso.

I SUCCESSI – Monicelli esordì nel cinema giovanissimo con il corto, firmato insieme ad Alberto Mondadori, Cuore rivelatore. Padre della commedia all’italiana, con i colleghi come Dino Risi, Luigi Comencini e Steno, è stato regista di oltre 60 film e autore di più di 80 sceneggiature.

Quella di Monicelli è stata una vita dedicata interamente al cinema, al ritmo di quasi un film all’anno. Una produzione ininterrotta da I ragazzi della via Paal (1934) fino a Le rose del deserto (2006) e la sua ultima opera, il corto della sua carriera Vicino al Colosseo…c’è Monti, in programma fuori concorso alla 65esima Mostra del Cinema di Venezia. Fra i suoi grandi successi, Guardie e ladri (due premi a Cannes nel ’51), nel pieno del suo sodalizio con Totò, I soliti ignoti (nomination all’Oscar), La Grande guerra (1959) trionfatore a Venezia con il Leone d’oro, L’armata Brancaleone (1965).

Sono gli anni dell’amicizia con Risi, degli scontri con Antonioni, del controverso rapporto con Comencini, del trionfo della commedia all’italiana e dei “colonnelli della risata”. Inventa Monica Vitti attrice comica in La ragazza con la pistola (1968); nel 1975 raccoglie l’ultima volontà di Pietro Germi che gli affida la realizzazione di Amici miei. Nel 1977 recupera la dimensione tragica con Un borghese piccolo piccolo.

Seguono fra gli altri Speriamo che sia femmina (1985) e il feroce Parenti serpenti (1993) con cui dimostra di saper leggere le trasformazioni della società italiana con l’acume e la cattiveria di sempre. È del 2006 il tanto desiderato ritorno sul set di un film, rallentato da ritardi e difficoltà produttive, con Le rose del deserto, liberamente ispirato a Il deserto della Libia di Mario Tobino e a Guerra d’Albania di Giancarlo Fusco.

Brancaleone alle crociate:

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