Guerra civile o guerra tra bande in Campania?

guerra civile a napoli La polemica è scoppiata, il ministro dell’Interno Roberto Maroni, parla in Senato e dice che la strage di Castelvolturno è stato un vero e proprio «atto di terrorismo» mentre il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, secondo cui si tratta solo di una guerra tra bande.

A chi credere, a chi dare ragione?

Francamente penso che una guerra tra bande se si svolgesse in uno spazio isolato, oppure in un luogo ben definito e gli attori principali di questa guerra fossero solo gli affiliati dei singoli clan, allora si potrebbe definire questo momento che dura da una troppo tempo, una cruda guerra tra bande.

Ma quando questa guerra tra bande, si svolge dove ci sono altre persone, dove ci sono scuole, impianti sportivi, vicino e dentro ai posti di lavoro, dove normalmente la popolazione vive….quando gli attori principali non sono solo i menbri dei singoli clan camorristici, ma anche esponenti delle forze dell’ordine e della politica con tutta la rete di omertà che circonda questi avvenimenti, allora non è una semplice guerra tra bande, qui si parla di GUERRA CIVILE, che di civile non ha niente.

I militari che il governo manderà per tre mesi, saranno utili a fare dei posti di blocco e cercare di tenere il controllo della popolazione onesta e non, ma non è la soluzione, si deve lavorare da adesso per raggiungere l’obbiettivo fra dieci, venti anni, bisogna arrivare alle scuole e disarcionare la cultura camorritica, fare politica attiva e per le famiglie, assicurando lavoro e benessere a zone martoriate dalla povertà economica e di valori.

Finisco con il dire che nessuno nasce camorrista, lo si diventa perchè il tessuto sociale in cui si cresce è avvelenato da questo virus, bisogna estirpare la malattia, dopodichè nessuno più si ammalerà.

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