Ciro a mare chiude dopo l´ultimo attentato di camorra

Pagare il pizzo o andare via. La scelta arriva dopo il quarto attentato che distrugge parte del locale. “Chiuso per camorra”. Un telo e la scritta rossa a caratteri cubitali è la risposta dei titolari del ristorante di Portici “Ciro a mare”, danneggiato da un altro incendio doloso. La ferrea coscienza civile impedisce a Raffaele e Massimo Rossi di consegnare la tangente alla mala, dunque si sentono costretti ad andarsene. La conseguenza immediata: otto famiglie, tra quelle dei titolari e dei dipendenti, senza un lavoro.

La camorra li caccia, il sindaco Vincenzo Cuomo fa di tutto per farli restare e accusa: «Lo Stato è assente al di là del colore politico: non tutela i cittadini che hanno fatto fino in fondo il loro dovere, pagano le tasse e hanno denunciato il racket». Diventa un caso, la vicenda del Granatello dove abbassa per sempre le saracinesche uno dei migliori ritrovi gastronomici della cittadina. Mentre l´allarme racket rimbalza nella vicina San Giorgio a Cremano, dove proprio ieri mattina il racket ha fatto esplodere una bomba carta davanti a un negozio di scarpe.

I fatti di Portici si ripetono nell´arco degli ultimi cinque anni. Il ristorante “Ciro a mare” subisce i primi tre attentati incendiari, l´ultimo nella notte tra il 19 e il 20 marzo di due anni fa, quando una bomba carta danneggia la porta d´ingresso, le vetrate e la controsoffittatura del locale. I titolari in passato avevano già denunciato gli estorsori del clan Vollaro che avevano chiesto una tangente di cinquanta milioni di lire. Poi arrestati e condannati, usciti appena tre mesi fa. Nella notte tra sabato e domenica scorsi gli attentatori si servono di quattro taniche di benzina per dare fuoco al locale sul porto. È il primo cittadino a intervenire sulla vicenda: a stretto giro annuncia l´istituzione di un fondo di emergenza destinato a imprenditori e commercianti che, con la denuncia, contribuiscono all´arresto e alla condanna degli estorsori e che subiscono ritorsioni e danneggiamenti alle loro attività. Un fondo che verrà inserito nel bilancio del Comune 2009.

Ma intanto i titolari, ancora una volta, si ritrovano costretti a fare i conti dei danni da pagare e il bilancio di una vita di paura senza mai cedere alle richieste criminali. Così, ieri, il ristorante resta chiuso in un giorno di festa. “Chiuso per camorra”. Decisione presa, l´avvocato Maurizio Capozzo ha già la procura per il disbrigo delle pratiche societarie. Raffaele e Massimo Rossi cercheranno altrove, lontano da Portici, una nuova vita e una nuova attività. Dicono: «Ci avevano promesso la scorta giornaliera, e alla fine siamo rimasti soli». Ma a tutto ciò è ancora il sindaco Cuomo che non vuole rassegnarsi. Appena saputo della chiusura di Ciro a Mare annuncia: «Sto facendo ogni sforzo per convincerli a restare, anche se comprendo bene il loro scoramento. Io metto in campo l´iniziativa del fondo di emergenza, ma davanti a persone con questo altissimo senso dello Stato chiedo al ministro dell´Interno Maroni: perché non si tutelano i cittadini? La sicurezza è un diritto costituzionale».

di Irene De Arcangelis
fonte : larepubblica.it

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