Fermiamo la citta' per cinque minuti!

Pubblichiamo una bella iniziativa, che è sta inserita nella nostra pagina su Facebook che ha come obbiettivo quello di risvegliare il senso di responsabilità di Napoli e dei suoi abitanti.
Ricordo che Napolibella.it è aperta a tutti e quindi chiunque abbia voglia di proporre iniziative o semplicemente dare la sua opinione sugli argomenti che possono interessare la collettività, troverà nel Blog di Napoli, sempre la massima disponibilità.

Ecco l’iniziativa:

Sospendere ogni attività per cinque minuti. Cinque minuti di silenzio in segno di dolore per quanto sta avvenendo. Fermi gli operai delle fabbriche, gli impiegati degli uffici; ferme, ovunque si trovino, le auto; interrotte le lezioni nelle scuole e nelle università; fermi nelle piazze e nelle vie i passanti, sospese le riunioni, gli incontri, i colloqui, le trasmissioni delle televisioni e delle radio; ferme le attività sportive, i teatri e i cinema; sospese le prove al San Carlo, chiusi per cinque minuti i bar e i negozi. Il silenzio assoluto nella città dei rumori e delle grida. Per urlare a chi ha il potere il proprio sdegno e il dolore per l’abbandono cui si condanna la città.

Un silenzio che costringa anche i napoletani a meditare sulle proprie responsabilità. Un silenzio che si accompagni a poche proposte per affrontare la drammatica emergenza. Nell’abisso in cui rischiamo di precipitare un barlume di speranza sulla possibilità di farcela viene da esperienze che si vanno sviluppando in alcuni quartieri della città. Penso ai risultati nella raccolta differenziata a via Nicolardi; allo sforzo in questa direzione a Chiaiano e a Bagnoli; a quanto sta facendo il comitato dei cittadini guidato da Maurizio Marinella e Carla Della Corte nella zona di piazza Vittoria dove commercianti e residenti hanno stilato un codice etico: produrre meno rifiuti, diffondere informazioni su come organizzare la differenziata, invitare a gettare i sacchetti dentro i contenitori solo nelle ore previste.

Può apparire una goccia nel mare ma non è così. Di fronte alla miseria della politica e alle sconvolgenti lentezze e inadempienze delle istituzioni quanto accade a piazza Vittoria è la conferma che i cittadini che si uniscono e danno vita ad organizzazioni civiche su base volontaria, conoscono meglio di tutti il territorio e possono contribuire a risolvere i problemi; che iniziative sorte all’interno della società napoletana sono in grado di contribuire a rispondere alle pubbliche necessità. Ciò non costituisce alcun alibi per le istituzioni. Al contrario. Sulla vicenda dei rifiuti occorre da parte del governo nazionale e della amministrazioni locali un sussulto di serietà e consapevolezza. Non è più il tempo delle sterili polemiche, di penosi scaricabarile. Bisogna agire subito. Coloro che in queste drammatiche ore continuano a parlare di provincializzazione nello smaltimento dei rifiuti condannano a morte Napoli e la sua area metropolitana.

Si tratta di un errore gravido di conseguenze catastrofiche in una realtà come quella campana dove la grande maggioranza della popolazione (e quindi della produzione di rifiuti) è concentrata nell’area napoletana, poco meno dell’otto% del territorio! E’ la dimensione regionale l’orizzonte entro cui affrontare il problema e individuare le soluzioni. Chi insiste sulla provincializzazione deve dire ai napoletani come intende smaltire le migliaia di tonnellate di rifiuti che giacciono sulle strade di Napoli! La verità è che occorre un invaso. Un invaso di cui sia garantita la sicurezza, da individuare nel territorio regionale considerato che nella città e nella provincia di Napoli non ci sono più le condizioni ambientali e di spazio per nuove discariche.

Occorre decidere subito in questa direzione. Contestualmente a questa decisione, ecco il punto di fondo, il Comune di Napoli deve predisporre una radicale riorganizzazione della raccolta incentrata sulla differenziata. La mia proposta è che due ex Cdr liberati dai rifiuti stoccati vengano ristrutturati: un impianto sia trasformato per il trattamento della frazione umida e l’altro per la selezione della raccolta differenziata multimateriale. Questi due impianti, insieme al termovalorizzatore di Acerra, possono consentire di mettere al centro del processo di gestione dei rifiuti nella città di Napoli una effettiva raccolta differenziata con tre sacchetti: frazione umida, materiali secchi, rifiuto indifferenziato. Sacchetti che avrebbero una destinazione certa: la piattaforma Conai per il recupero della carta, del vetro, dell’alluminio ecc.; il compost derivante dalla valorizzazione dell’umido verso la utilizzazione in agricoltura e il residuo per la copertura delle discariche; l’indifferenziato al termovalorizzatore di Acerra. Operare in questo modo comporterebbe di ridurre al minimo i rifiuti da portare in discarica.

La raccolta differenziata così condotta costituirebbe una strategia praticabile ed economicamente valida. Infine una parola ai commercianti: occorre che si diffonda, come accade in altri paesi d’Europa, la tecnica degli imballaggi riutilizzabili e va fatto uno sforzo per valutare se sia possibile e in che dimensioni riprendere il sistema delle consegne a domicilio. E’ evidente che la razionalizzazione della distribuzione urbana delle merci (così come la consegna a domicilio) comporta una maggiore agibilità della rete viaria urbana e qui torniamo ai compiti dell’Amministrazione comunale. Una parola ai vertici dell’Asìa : la raccolta differenziata non va considerata una attività di bassa professionalità o una soluzione preindustriale rispetto alle tecnologie della termovalorizzazione. La raccolta differenziata se vuole conseguire risultati richiede coinvolgimento dei cittadini, conoscenza del territorio, responsabilizzazione e incentivazione degli addetti “perché siano loro a individuare e risolvere o prospettare soluzioni ai problemi che si presentano in ogni specifico contesto abitativo, edilizio, urbanistico e sociale. Gli addetti alla raccolta differenziata devono essere operatori front-line”.
So bene che la partita è difficile ma, con serietà e dedizione, va giocata. E vinta. Non c’è alternativa.

Umberto Ranieri

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