Crisi – Il rapporto SVIMEZ 2013 conferma che al SUD si peggiora

La crisi sta fermando l’economia del paese, ma al Sudsi ava addirit tura peggio secondo il rapporto SVIMEZ 2013.

Rapporto Svimez 2013
Rapporto Svimez 2013

La crisi economica mondiale che sta insistendo anche sull’Italia, sta creando difficoltà maggiori nel sud del paese rispetto al Nord, lo dicono i dati analizzati dallo Svimez, da cui si evidenzia nel rapporto che per le piaghe sociali della disoccupazione e recessione, il sud registra indici doppi e in alcuni casi tripli rispetto al resto del paese, sempre secondo il Rapporto Svimez 2013 se le previsioni del  prossimo anno il Pil nazionale registrerà un +0,7%, nelle Regioni del Sud si attesterà a +0,1% mentre il Centro-Nord segnerà un +0,9%, quindi la situazione è palesamente diversa.

Povertà

Uno dei dati più preoccupanti del rapporto Svimez 2013 è quello relativo alla povertà assoluta delle famiglia in Italia che ha avuto purtroppo un rialzo degli indici ovunque ma con dimensioni diverse,  di due punti percentuali nel Centro-Nord (dal 3,3 al 5,4%) è di quattro nel Sud (dal 5,8 al 9,8%), i dati tornano anche quando si evidenzia che le famiglie che hanno piu’ di 3 mila euro mensili (oltre 36.000 euro annui) sono circa il 44% nel Centro-Nord e solo il 24,1% nel Sud del paese e anche che  il 14,1% delle famiglie meridionali e il 5,1% di quelle del Centro-Nord ha meno di mille euro al mese (12.000 euro annui) .

Disoccupazione e migrazione

L‘occupazione si mantiene con dati deludenti e preoccupanti al Sud le stime di Svimez nel 2013 l’intero Mezzogiorno perde quasi il 2%, mentre il calo e’ piu’ contenuto nelle altre ripartizioni (Nord-Est -1,1%, Centro e Nord-Ovest -1,3%) di conseguenza il flusso migratorio che è bene ricordarlo dura da 150 anni non si è mai interrotto. Tra il 2001 e il 2011 sono migrate dal Mezzogiorno verso il Centro-Nord 1.313 mila unità, di cui 172 mila laureati. Nel 2000 i laureati meridionali che emigravano erano il 10,7% del totale di quanti si trasferivano al Centro-Nord; nel 2011 sono saliti al 25,0%, un quarto del totale.

 

 

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