Zero emissioni inquinanti, estrema silenziosità ed una notevole efficienza energetica. Sono queste le parole d’ordine per i ciclomotori di prossima generazione. E sono questi i vantaggi di un innovativo prototipo realizzato nei laboratori dell’Istituto motori (Im) del Cnr di Napoli. Parliamo dell’ecoscooter, un ciclomotore elettrico con celle a combustibile a idrogeno.
Il prototipo raggiunge una velocità massima di 45 km/h e garantisce un’autonomia di 65 km. Il pieno è di soli 30 grammi di idrogeno, conservati a 140 bar in due bombolette da un litro l’una, sistemate in un apposito vano sotto la pedana. Proprio le due bombolette fanno la differenza con i motorini elettrici già in circolazione. Questi ultimi presentano infatti, tra i limiti principali, una ridotta autonomia e tempi lunghi di ricarica delle batterie. Inconvenienti che possono essere superati con l’impiego delle bombolette, che con una quantità minima consentono di idrogeno e tempi di rifornimento brevissimi, permettono di raddoppiare l’autonomia. Il funzionamento del ciclomotore è semplice. “Le celle a combustibile alimentate a idrogeno, mediante la reazione elettrochimica di ossidazione dell’idrogeno con l’ossigeno dell’aria, consentono – spiega Felice Esposito Corcione dell’Im-Cnr – di trasformare l’energia chimica del combustibile direttamente in energia elettrica. Quest’ultima viene quindi trasformata in energia meccanica mediante un azionamento elettrico. L’unico prodotto della reazione è l’acqua, quindi le emissioni del propulsore consistono esclusivamente in vapore acqueo”. Una tecnologia innovativa e pulita, dunque, che potrebbe essere applicata a tutti i tipi di veicolo: autovetture, autobus e mezzi di trasporto su rotaia. “Il prototipo realizzato presso l’Im-Cnr di Napoli – precisa il ricercatore – soddisfa tutte le richieste prestazionali previste da un ciclo di guida urbano.Ma un veicolo progettato appositamente per l’utilizzo delle celle a combustibile a idrogeno consentirebbe di raggiungere prestazioni e autonomia superiori”. L’introduzione sul mercato non è esattamente prevedibile. “Molto – conclude Corcione – dipende dallo sviluppo e dalla commercializzazione dei sistemi di celle a combustibile e, soprattutto, dalla creazione delle infrastrutture necessarie alla produzione e distribuzione dell’idrogeno”.