Chi è stato il più grande truffatore italiano della storia?
Chi è stato il più grande truffatore italiano della storia? La risposta a questa domanda potrebbe sorprendere molti, perché si tratta di un personaggio che ha operato principalmente negli Stati Uniti, dove ha inventato una tecnica di frode finanziaria che porta ancora oggi il suo nome: lo schema Ponzi. Stiamo parlando di Charles Ponzi, nato Carlo Pietro Giovanni Guglielmo Tebaldo Ponzi a Lugo, in provincia di Ravenna, il 3 marzo 1882.
La vita di Ponzi è stata un’avventura tra due continenti, tra successi e fallimenti, tra illusioni e delusioni. Dopo aver abbandonato gli studi universitari a Roma, si imbarcò per Boston nel 1903, con pochi soldi in tasca e tanta voglia di fare fortuna. Negli anni seguenti, svolse vari lavori umili e occasionali, tra cui lavapiatti, cameriere e consulente bancario. In quest’ultima veste, entrò in contatto con il Banco Zarossi, una banca fondata da un italiano che offriva ai suoi clienti immigrati interessi molto elevati sui depositi. Ponzi scoprì presto che la banca era in realtà sull’orlo del fallimento e che Zarossi usava i soldi dei nuovi correntisti per pagare quelli vecchi, in un classico esempio di schema piramidale. Zarossi fuggì in Messico con gran parte dei fondi, mentre Ponzi finì in prigione per aver falsificato un assegno.
Tornato a Boston nel 1918, dopo aver scontato la sua pena e aver lavorato per un breve periodo in Alabama, Ponzi si sposò con una ragazza italiana e fondò la Securities Exchange Company, una società che prometteva ai suoi investitori un ritorno del 50% in 45 giorni o del 100% in 90 giorni. Il segreto di questo incredibile guadagno era basato su una presunta operazione di arbitraggio sui buoni di risposta internazionali (IRC), dei coupon che si potevano scambiare con francobolli in qualsiasi paese. Ponzi sosteneva di poter acquistare gli IRC a basso costo in paesi come l’Italia o la Spagna e rivenderli a prezzo pieno negli Stati Uniti, ottenendo così una grossa differenza. In realtà, Ponzi non aveva mai effettuato nessuna operazione di questo tipo e si limitava a pagare i vecchi investitori con i soldi dei nuovi, come aveva fatto Zarossi anni prima.
Il successo della Securities Exchange Company fu enorme: in pochi mesi, migliaia di persone affollarono gli uffici di Ponzi per affidargli i loro risparmi, attratti dalla prospettiva di arricchirsi facilmente. Ponzi divenne famoso e ricco, comprando case, auto e gioielli. Tuttavia, la sua ascesa fu presto interrotta da alcuni giornalisti e investigatori che cominciarono a dubitare della sua onestà e a indagare sulle sue attività. Nel luglio del 1920, il Boston Post pubblicò una serie di articoli che smascherarono la truffa di Ponzi e scatenarono il panico tra gli investitori, che si precipitarono a ritirare i loro soldi. Ponzi non fu in grado di onorare tutte le richieste e fu arrestato per frode postale.
Il processo a Ponzi
Il processo a Ponzi si concluse con la sua condanna a cinque anni di prigione federale e altri nove anni di prigione statale. Nel 1925 fu rilasciato su cauzione e si trasferì in Florida, dove tentò una nuova truffa basata sulla vendita di terreni paludosi. Fu nuovamente arrestato e condannato a un anno di prigione. Nel 1926 riuscì a evadere e a raggiungere il Texas, da dove si imbarcò clandestinamente per l’Italia. Qui cambiò il suo nome in Charles P. Bianchi e trovò lavoro come traduttore per l’Alitalia. Nel 1934 fu inviato in Brasile, dove rimase fino alla sua morte, avvenuta il 15 gennaio 1949 in un ospedale di Rio de Janeiro, in povertà e dimenticato da tutti.
Charles Ponzi è stato senza dubbio il più grande truffatore italiano della storia, non tanto per l’entità dei suoi raggiri, quanto per l’influenza che ha avuto sulla cultura e sull’immaginario collettivo. Il suo nome è entrato nel linguaggio comune per indicare una forma di frode finanziaria che si basa sullo sfruttamento della credulità e dell’avidità delle persone. Lo schema Ponzi è stato ripetuto innumerevoli volte da altri truffatori, come Bernard Madoff, che nel 2008 fu scoperto aver orchestrato la più grande truffa di questo tipo della storia, coinvolgendo migliaia di investitori per un totale di circa 65 miliardi di dollari. La lezione che possiamo trarre dalla storia di Ponzi è che non esistono guadagni facili e sicuri e che bisogna sempre diffidare di chi promette rendite straordinarie senza rischi.