Napoli nei giochi

Napoli nei giochi: dal Monopoly alle carte. Come Partenope ha fatto la storia

Oggigiorno con l’avvento dilagante della tecnologia sono decadute tutte quelle forme di intrattenimento ludico che un tempo la facevano da padrone. Non solo semplicemente per divertirsi ma anche per tentare la fortuna: del resto, per trovare i migliori bookmakers in Italia ADM basta un semplice click e non necessariamente recarsi al punto fisico più vicino. Per non parlare, poi, di altro. Basti pensare a giochi come Risiko, o ancora il Monopoly, quali autentiche attrazioni principe tra i giochi in scatola conosciuti anche come da tavolo. Ma ne esistevano e sono ancora oggi reperibili tramite e-commerce o in alcuni punti vendita specifici, molti altri di elementi similari che hanno caratterizzato la generazione 80-90’. Ebbene, in questo focus dedicato alla tematica appena citata andiamo proprio a rispolverare un evergreen dei giochi da tavolo: il Monopoly. Ma lo faremo in declinazione partenopea. Stiamo parlando della versione napoletana del must di casa ludica targato ben 1935 (quale data di nascita) e rivolta ad adulti e bambini, o più in generale alle famiglie di tutto il mondo. Inoltre esploreremo anche gli altri giochi partenopei basati sulle carte, altro pezzo da novanta della tradizione napoletana dove il regno borbonico ha inciso particolarmente incarnando di fatto il momento più florido del territorio e tappa importante su tutte appena dopo quelle ellenica originaria di Partenope.

Il Monopoly: la storia

Prima di affrontare il cuore del tema di questo focus rivolto al noto gioco da tavolo in versione partenopea, in questo caso, andiamo a ripercorrere le tappe storiche di origine di questo autentico mito ludico. Il Monopoly in realtà nasce molti anni or sono, inizio XX secolo, in America, e poi portato in Italia solo nel 1935 grazie alla casa “Editrice giochi”. Quindi più di novant’anni sono trascorsi e a breve compirà i 100 anni in Italia questo simbolo dell’intrattenimento che ha caratterizzato le generazioni passate. Ancora oggi il Monopoly è conosciuto, nonostante la tecnologia e le console abbiano soverchiato completamente la gerarchia in questo campo. I ruoli sono cambiati e i giochi da tavolo come quello in oggetto non sono più al centro dell’attenzione come un tempo per questo specifico compito. I bambini, cosi come gli adulti, preferiscono i diversi dispositivi digitali all’analogico. Tuttavia qualche scampolo di passato ogni anto torna a fare capolino e scopriremo presto come.

La versione partenopea del Monopoly

Una delle caratterizzazioni ultime assunte dal Monopoly per restare attuale e non fuori luogo è stata quella di adeguarsi ai tempi e alle epoche. Quindi i colori, le tematiche e i disegni di questo gioco da tavolo hanno assunto di volta in volta negli anni uno stile diverso. Talvolta celebrando fatti di attualità appunto come nel caso delle versioni a tema Disney, o Topolino; altre rendendo il giusto onore a città e metropoli di spicco che sono nel cuore di italiani ma anche stranieri. Quindi New York, Londra e più di recente, in particolare nel 2017, Napoli quale focus di adattamento del Monopoly nella sua versione dedicata a questi punti urbani di rilievo sia storico che culturale e artistico, come Piazza del Plebiscito. L’adattamento partenopeo di questo gioco riprende alcuni dei monumenti e simboli del territorio di matrice campana e meridionale del nostro stivale. Dunque il Parco della Vittoria, fa spazio a strade ben più reali. Edizione personalizzata che omaggia una delle città più amate del tricolore, conosciuta in tutto il globo.

Le particolarità dell’edizione napoletana del Monopoly

Parlavamo poco fa di un Monopoly su misura partenopea con strade che rimpiazzano quelle inventate nel gioco. Abbiamo ad esempio il Lungomare Caracciolo, via Toledo, o ancora Piazza Vittoria o dei Martiri che prendono il posto dei celebri Parco della Vittoria, Bastioni Gran Sasso o viale dei Giardini. Un angolo famoso del gioco dove spesso si incappava in imprevisti spiacevoli come la “tassa di lusso” per citare un esempio. Una versione che è stata pensata nel 2016 e che poi ha preso corpo negli anni seguenti. In questa edizione poi vi sono anche molti altri dettagli storici che riprendono le antiche origini di Napoli e che chiamano in causa la sirena Partenope di memoria ellenica. Qualcosa di simile tra le altre cose era già preesistente nel momento dell’introduzione della versione azzurra del Monopoly, con il gioco di gruppo Mo’Napoli, dove la città partenopea è visitabile acquistando poi vicoli, strade e piazze proprio come nell’elemento ludico americano.

Partenope e i giochi di carte

Ma andiamo oltre quello che è il Monopoly come elemento di intrattenimento da tavolo spostando il focus sulle carte da gioco. Queste ultime d’altra parte a Napoli rappresentano ancora oggi un mezzo ideale ed estremamente semplice e pratico per divertirsi in amicizia o in famiglia. Infatti esso incarna perfettamente la tradizione partenopea con simbologia presente sulle carte e disegni che richiamano nei caratteri e nei colori il cuore di Napoli. Dunque non solo la Smorfia usata per la tombola, o i numeri del lotto citati cinematograficamente da De Crescenzo, ma anche altri strumenti che comunicano molto su questa metropoli meridionale come appunto le carte da gioco. Bastoni, spade, coppe e ori, i segni che contraddistinguono le cifre che poi esprimono valore nel conteggio finale. Specchio dei semi francesi, questi simboli in realtà si rifanno alla storia del luogo, con Partenope al centro di tutto. Dalla sirena mitologica derivano le origini della città napoletana e da quel momento in poi hanno preso il là tantissimi elementi di caratterizzazione del tessuto sociale e culturale locale di cui fanno parte a pieno titolo anche i giochi da tavolo e le carte dunque. Il periodo borbonico immediatamente successivo alle origini elleniche è quello probabilmente di maggiore attinenza di questi strumenti ludici. Non a caso i denari cosi come le coppe o i bastoni si rifanno molto a quel momento della storia e a quel regno. Un periodo che ha reso florido il territorio partenopeo grazie alla gestione dei Borboni che poi è divenuto parte integrante della nostra storia italiana. Non è una casualità che le carte spagnole siano molto simili a quelle napoletane, proprio per la prossimità storico sociale dei rispettivi punti geografici citati. In ambo le circostanze vi è stata la presenza dominante borbonica.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Torna in alto