domenica 28 novembre
Il clima che cambia.
Il clima sta cambiando sia per cause naturali, come i movimenti legati all’asse di rotazione terrestre e le correnti oceaniche, sia per cause antropiche, legate principalmente alla produzione e alla liberazione nell’atmosfera di enormi quantità di gas a effetto serra.
Di clima si è discusso per la prima volta a Rio de Janeiro, nel 1979, con una Conferenza Mondiale. A questa hanno fatto seguito, in circa 30 anni, una serie di vertici, dibattiti e riunioni internazionali per decidere piani d’azione per salvare il mondo dagli effetti dei cambiamenti climatici. Oltre che parlarne, è importante che ciascuno di noi agisca per limitare l’effetto umano sul clima. Le azioni dirette dell’uomo sull’ambiente rappresentano uno dei temi cruciali della mostra di Futuro Remoto di quest’anno. La Fondazione Idis-Città della Scienza dedica pertanto un’intera giornata ai cambiamenti climatici del nostro pianeta, nell’ambito della campagna di comunicazione I DO del progetto europeo ACCENT. Sviluppare la collaborazione all’interno della comunità scientifica europea e promuovere una strategia comune per la ricerca sui cambiamenti della composizione atmosferica sono gli obiettivi di questo progetto, che ha preso il via nell’aprile del 2009.
I maggiori effetti di tali cambiamenti si notano ai poli, dove lo scioglimento dei ghiacci provoca l’innalzamento del livello dei mari in tutto il mondo. Per parlarne, domenica 28 novembre alle 12:30, interverrà il Professor Giorgio Budillon della Facoltà di Scienze e Tecnologie dell’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”, la cui attività di ricerca scientifica, in questi ultimi anni, si è focalizzata sull’Antartide.
Seguiranno dimostrazioni scientifiche, altamente interattive, che vedranno come protagonisti il ghiaccio ed il calore, per una comprensione ancora più profonda dei meccanismi fisici di causa ed effetto dei cambiamenti climatici.
Nel Planetario di Città della Scienza sarà possibile fare un viaggio nel tempo, che comincia 27 mila anni fa, in una Terra ancora coinvolta dalle glaciazioni, ripercorrendo la breve storia dell’ultimo giro del Polo Nord nella volta celeste e scoprendo, inoltre, le possibili cause astronomiche delle glaciazioni.
Nell’Officina dei Piccoli i bambini saranno impegnati in divertenti laboratori creativi sui mammut mentre i più piccini si cimenteranno in simpatiche attività di pittura.
“Non chiamarmi Terremoto”:
Messina, il Belice, l´Irpinia, l’Umbria e le Marche, gli Abruzzi: l’incubo della “terra che trema” talvolta, purtroppo, si ripropone. Nel tempo l’Italia ha scoperto nell’esposizione al rischio sismico forse la sua più grande fragilità, ma ancora oggi permangono, nell’opinione pubblica, dubbi, incertezze, errate conoscenze.
Eppure contro il vecchio e terribile terrore della terra che trema non rimane che la prevenzione e la limitazione dei danni, fatta di comportamenti consapevoli da adottare, di un ruolo attivo nella riduzione del rischio. La diffusione di informazioni scientifiche corrette e aggiornate diviene quindi lo strumento più efficace per avviare strategie di prevenzione e riduzione dei rischi naturali ed è proprio per questo motivo che domenica 28 novembre, nell’ambito della rassegna Futuro Remoto 2010, la Fondazione Idis–Città della Scienza presenta “non chiamarmi Terremoto”.
Si tratta di un “mediometraggio”che utilizza la tecnica narrativa della fiction, che unisce un interesse e un punto di vista emotivo ed esperienziale con le informazioni scientifiche necessarie a capire come comportarsi prima, durante e dopo un terremoto. Tutto ciò per ridurre gli effetti del terremoto rispettando le norme sismiche e con un occhio di riguardo all’efficienza energetica.
Il film è un’idea che nasce nell’ambito del progetto di formazione EDURISK, orientato alla riduzione del rischio sismico.
La protagonista della fiction, la sua famiglia, i vigili del fuoco e i cittadini che compaiono nel film hanno tutti vissuto il terremoto dell’Aquila del 6 aprile 2009. Hanno scelto di prestarsi gratuitamente alla realizzazione di questo filmato – così come gli attori Luciana Littizzetto, Ivano Marescotti, Mara Redeghieri, Vito Stefano Bicocchi – con il desiderio di dare il loro contributo per diffondere la conoscenza su come si possano ridurre i danni prodotti dai terremoti.
Il filmato verrà riprodotto a ciclo continuo domenica 28 novembre a partire dalle ore 12 e verrà preceduto da una breve presentazione – alle ore 11.30 – tenuta dai responsabili dell’ideazione e della produzione: Romano Camassi, sismologo storico dell’INGV-Bologna; Nicola Alessandro Pino, sismologo dell’INGV-Osservatorio Vesuviano; Beba Gabanelli, che ha scritto e curato la regia della docufiction e Francesca Conti di Formicablu, che ne ha curato la produzione.