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Lavoro a Napoli, secondo Massimo Troisi

lavoro a napoli secodo massimo troisiRiporto il video e il  testo integrale del famosissimo episodio dell’ Annunciazione, dove in forma di parodia vengono affrontati i problemi di allora che sono ancora attuali che affliggono Napoli e vorrei soffermarmi su uno in particolare, il lavoro. Il nocciolo della questione è semplice, oggi come allora è difficile trovare lavoro senza che non ci si appiccichi una parola vicina, una parola che vada in qualche maniera a spezzare le ali alla parola principale che è il lavoro, nella scenetta si parla di lavoro nero, lavoro minorile, lavoro a cottimo e magari dopo trentanni si potrebbe sperare che la situazione fosse migliorata, ma ahimè non è così.
Oggi si sono aggiunte altre “paroline” parassite, affianco alla parola LAVORO, del tipo lavoro a progetto, lavoro a partita iva(ma non la partita iva che si sceglie autonomamente per fare il libero professionista, ma la partita iva che si subisce dall’azienda che vuole la massima libertà di lasciarti con un pugno di mosche in mano) lavoro flessibile, tanto flessibile che oramai siamo diventati come delle molle.Speriamo che Gabriele ci dia una buona notizia……..
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L’Annunciazione

In una casa umida ma onesta, una donna somigliante alla Madonna è seduta quando entra l’angelo Gabriele che quasi cieco suona la tromba e sbatte i piedi.
ARENA Annunciazione! Annunciazione! Tu Marì Marì fai il figlio di Salvatore. Gabriele t’ha dato la buona notizia. Annunciazione! Annunciazione!
TROISI Ma io non sono Maria, io non mi chiamo Maria.
(L’angelo non vede bene e per questo comincia a tatstare prima il terreno e poi Maria. Poi urla di nuovo)
ARENA Annunciazione!…
TROISI (Stupito e confuso si rivolge all’angelo ormai fuori scena) Gabriè, tu si scemo! Cose ‘e pazzi. Uno sta int’ ‘a casa sua…
(Entra Enzo De Caro. È vestito da angelo e suona un flauto)
TROISI Che vuò scusa?
DE CARO Sono il Cherubino, mi ha mandato Gabriele per creare l’atmosfera celestiale.
TROISI Cherubì! (E fa cenno con la mano di uscire da casa sua) Cherubì, tu te ne a’ a j’! Mo’ ritorna mio marito e io che gli dico «Chisto è ‘o Cherubino!» Cose ‘e pazzi… Una sta int’ ‘a casa sua… Mio marito… mio marito mi disse «Non ti preoccupà, non ti preoccupà, ‘o trovo un altro lavoro» e infatti è iuto a ‘na parte e ha detto «io aggia lavorà» e chill’ha detto «guardate, noi glielo diamo il lavoro, ma si tratta di un lavoro minorile.» Mo’ mio marito tene ‘na certa età, allora ha detto «no, mi dispiace, sì, io tengo i figli, tengo i figli miei, ma sono tutti e due fuori età lavorativa perché tengono 18 e 20 anni…» A Napoli si fatica fino a dodici anni, «mi dispiace…» È rimasto nu poco accussì però ha detto «non posso fare niente, mi dispiace, ma li tengo già tutte e due in pensione. Mi dispiace!»
(Entra De Caro in canotta e elmetto da guerra)
DE CARO Signò, io me ne lavo le mani! Per correttezza io me ne lavo le mani! Per precisione io me ne lavo le mani! IO ME NE LAVO LE MANI!
TROISI Ma fatte pure la doccia, che me ne importa a me!
(Entra Lello Arena. In testa porta un elmetto giallo con una sirena luminosa rossa. Indossa una maglietta imbrattata di sangue)
ARENA Signò, signò è nato! Signò guarda che se io acchiappo gli innocenti faccio una strage! Faccio una strage!
TROISI Ma tu chi si’ Erode? Chillo del trono insanguinato e della strage degli innocenti?
ARENA Più forte non sento signò!
TROISI (Ripete tutto)
ARENA Più forte non sento!
TROISI (Ripete ancora una volta)
ARENA Non sento!
TROISI (Indicando la sirena luminosa) Ma pecché non chiudo sto coso!
ARENA Signò, io faccio ‘na strage!
TROISI Erò! Guarda come te lo dico bello: «Tu vai a finì in galera.»
ARENA Ma perché, secondo te, per una cosa di queste vado a finì in galera!
TROISI Secondo me, scusa, dopo il trono insanguinato e la strage degli innocenti tu vai a finì in galera per nu’ piezzo!
ARENA Ci devo pensare. (Esce di scena)
TROISI E mi fece mio marito «non ti preoccupà, non ti preoccupà.» Allora uno ci disse «guardate, io ho il lavoro però si tratta di un lavoro nero per sua moglie.» Mo’, non per dire no… mio marito a me mi vuole un bene pazzo, non mi fa spostà ‘na seggia da qua a là, allora ha detto «no, mi dispiace, ma no. Se devo mandare a lavorare mia moglie… Preferisco una casa umile ma onesta.» E chist’ha detto «guardate noi abbiamo del lavoro, ma si tratta di lavoro a cottimo.» A questo punto mio marito è rimasto nu’ poco e ha detto «scusate, ma è possibile che a Napoli solo lavoro non se ne trova, sempre co’ n’ata parola vicina addà sta.»
(entra il Cherubino)
TROISI Ma mo’ che vuoi?
DE CARO Sto creando l’atmosfera celestiale.
TROISI E non la puoi creare più in là?
(Gabriele entra sbattendo i piedi)
ARENA Annunciazione! Annunciazione!…
TROISI (Guardandolo sfinito e compassionevole) Gabriè tu si scemo! Mio marito ha detto «va bene» ha detto «sì, se posso lavorare di meno tanto di guadagnato.» E chilli «allora non ci siamo capiti, ho detto che tengo per voi un lavoretto…» e mio marito «scusate un lavoretto… lo dice la parola un lavoretto» e chisto ha detto «no, non ci siamo capiti… no, non guardate a me, guardate la mano!» Come mio marito ha afferrato sta cosa della mano ha detto no! E allora voi direte «ma se facessero tutti quanti accussì a Napoli non faticasse nisciuno» e invece io vi rispondo «Sì, non faticasse nisciuno!»
(Entra De Caro con canotta e elmo)
DE CARO Signò , io me ne lavo le mani! Io me ne lavo le mani! ‘O paese è piccolo, la gente parla… Pilato di qua, Pilato di là. Poi quand’è il momento mi mandate a chiamare, vengo con spada e bastone.
TROISI Porta pure coppe e denari!
ARENA (Vestito da Re Magio) Permesso signora… Nel libro del Destino…
TROISI No, no, no, scusate ca libri qua non ce ne servono. E chesta è ‘na povera casetta di pescatori e enciclopedie e cose non ce ne servono.
ARENA Signora, ma io sono un Re.
TROISI Un Re?
ARENA Sono venuto dal lontano Oriente per portarvi in dono…
TROISI L’oro?
ARENA No! Sono venuto dal lontano Oriente per portarvi in dono…
TROISI L’incenso.
ARENA No! Sono venuto dal lontano Oriente per portarvi in dono…
TROISI (Fa una smorfia delusa) La mirra…
ARENA La mirra!
TROISI Io ‘o sapevo. Come si può fare… Mo’ tre sono i Re Magi e chi mi capita a me? Chillo colla mirra. Ca poi che è sta mirra? Nun aggio capito che è sta mirra.
ARENA La mirra è un’erba medica che si dà agli ammalati…
TROISI Mamma mia!
ARENA Ai moribondi…
TROISI Mamma mia! Per piacere mettila loco.
ARENA Hai visto la stella, che bella che bella! Lo disse il profeta che è la Cometa!
TROISI Magio! Magio… pe’ piacere, aggio… sto parlando… (Esce il Re Magio e entra il Cherubino che però questa volta non suona) Che? Senza atmosfera celestiale stasera?
DE CARO Gabriele non ci sta?
TROISI No, nun ce sta!
DE CARO Ma è venuto?
TROISI Ma perché, mo vi date l’appuntamento?
DE CARO Ha lasciato detto qualcosa?
TROISI Nun ha lasciato detto… tu sai come fa, viene ca’, sbatte i piedi pe’ terra, suona ‘a trumbetta e se ne va.
DE CARO Ma torna?
TROISI Non ha lasciato detto niente!
(Entra Gabriele sbattendo i piedi e suonando la trombetta)
ARENA Annunciazione! Annunciazione!
DE CARO Aspetta! Aspetta!
ARENA O Marì! Marì! Avimmo sbagliato casa!
(Squilla il telefono)
TROISI Pronto! sì Signore, sì Signore. (E si inginocchia) Sì, so’ venuti tutti quanti Signore… no, non mancava nisciuno Signore… Troppo nu fastidio Signore… Non lo dico pe’ vo rinfaccià, figurarsi. Ah, hanno sbagliato tutto… e sì… è scemo Gabriè Signò! No! io lo dico per Voi Signore… ma vi andate a mettere in mano a certa gente che chillo nun ci vede… lo so… è scemo… Signò, mio marito fa ‘o pescatore… ho capito, ho capito. Va bene Signore, va bene. E lo so, hanno sbagliato… e che vulite fa Signò… vedete che si aggiusta tutto. E lo so… lo so… avevate organizzato tutto per il 24 e mo’ invece… e lo so Signò e che volete fa’…quando chillo è scemo. E lo so… sì Signo è chillo ch’ha dato più fastidio. Entra e sbatte chilli piedi pe’ terra… va bene… ho capito… Signò mio marito fa ‘o pescatore… E lo so, mo state nu’ poco atterrato… no… nun facite accussì però… no… no… SEMPRE SIA LODATO SIGNORE! Che so’ sti ‘ccose in bocca a Voi, per piacere Signore… e non sta bene… lo so, ho capito… mio marito… lo so, Signore, ho capito… va bene Signore. Arrivederci Signore, Buone Cose! Mamma mia come stava agitato chisto… d’altronde aveva ragione… pure io quando aspettavo ‘o primo figlio stavo strana…!

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