La stagione attuale non è certamente una delle più interessanti dal punto di vista del gioco e del rendimento del Napoli. La squadra allenata da Rino Gattuso, dopo l’avvenutra di Carlo Ancelotti che aveva iniziato la preparazione con una bella amichevole contro il Liverpool, sta trovando molte difficoltà nell’esprimere un buon calcio e nell’imporsi tra le prime squadre del campionato di Serie A, un torneo nel quale è arrivata seconda gli ultimi due anni. Ma nonostante il settimo posto attuale fotografi un momento difficile della compagine azzurra, non va dimenticato che un certo Dries Mertens si sta giocando un posto d’onore nella storia azzurra, visti i 117 goal messi a segno con il Napoli, soltanto quattro in meno rispetto a quanto fatto da Marek Hamsik, detentore del record assoluto.
Hamsik, oltre Diego
In un’epoca dove il calcio è prevalentemente business, le partite si trasmettono in streaming e i calciatori-bandiera sono sempre meno, Marek Hamsik è stato uno degli ultimi rappresentanti del vincolo tra una società e un calciatore. Nato in Slovacchia ma arrivato in Italia fin da adolescente, il centrocampista arrivò a Napoli dal Brescia nell’estate 2007 in un clima difficile e con tante contestazioni intorno al suo acquisto. Il suo fiuto del goal e la sua abilità nel farsi trovare sempre nella migliore posizione, tuttavia, lo fecero diventare subito un idolo del San Paolo nella prima stagione in Serie A dopo sei anni di inferno tra la B e la C. Dopo tanti anni a difendere i colori azzurri, lo slovacco è stato capace di superare Diego Armando Maradona nella speciale classifica dei goleador del Napoli con una rete alla Sampdoria lo scorso 23 dicembre 2017. Il tutto al San Paolo, lo stadio della sua vita che lo ha sempre acclamato come uno dei suoi più grandi idoli. Centrocampista abilissimo nell’inserimento e nell’andare a rete come fosse un attaccante, Hamsik è stato autore di goal importantissimi, come quello che nel 2009 sigillò la storica rimonta a Torino contro la Juventus, oggi la grande favorita a vincere lo Scudetto secondo le principali scommesse online con una quota di 1,60 il 9 dicembre, e tanti altri goal storici, tra i quali spicca uno in contropiede al Milan proprio nella sua prima stagione al San Paolo. Andato in Cina per il suo ultimo contratto milionario, Hamsik continua a detenere questo record così importante ed è ormai a tutti gli effetti figlio della città partenopea.
Mertens, artista goleador
Gli ultimi anni del Napoli sono stati un compendio di bel calcio, di tanti scontri intensi con la Juventus e di uno Scudetto sfiorato nella stagione 2017-18 dopo una cavalcata che avrebbe permesso agli azzurri di ottenere il record di 91 punti, il massimo mai raggiunto dal club partenopeo. L’attaccante che più ha rappresentanto la continuità sotto porta in questo periodo è senza dubbio Dries Mertens, arrivato in sordina nell’estate del 2013 e da quel momento protagonista di una scalata lenta ma graduale nel cuore dei tifosi, con i quali oggi si identifica in modo assoluto. Grande amante della cultura napoletana e della vita in quel di Posillipo, il suo ritiro con viste mozzafiato, il belga è stato trasformato da Maurizio Sarri in un centravanti spietato e concreto, tanto da realizzare 28 reti nella stagione 2016-17, quando dopo l’infortunio di Arek Milik Mertens è stato proposto come punta centrale mobile e in grado non solo di attaccare gli spazi quant’anche di giocare di sponda e rendere ancora più armonioso il gioco degli azzurri, già di per sé strepitoso. Con la sua rete al Liverpool in Champions League il belga si è avvicinato ulteriormente ad Hamsik ed è adesso secondo nella storia dei goleador del Napoli.
Maradona, l’unico
Prima di Hamsik e Mertens, tuttavia, c’è stato un solo giocatore in grado di elevarsi a massima espressione del calcio in azzurro: parliamo ovviamente di quel Diego Maradona capocannoniere della Serie A nel 1987-88 e capitano dei due titoli conquistati dagli azzurri nel 1987 e nel 1990. Fino a due anni fa recordman assoluto di reti in azzurro, ossia 115, l’argentino non era solamente un finalizzatore ma spiccava soprattutto per come creava gioco dal nulla ed era capace di infiammare la platea del San Paolo con qualsiasi giocata. Mai banale e grande trascinatore, Maradona è e sarà storia viva del Napoli, visto il suo impatto assoluto sul club partenopeo, che prima di lui non aveva praticamente vinto niente se non due coppe Italia. Adesso sulla panchina del club argentino Gimnasia y Esgrima La Plata, Diego continua a portare Napoli nel cuore e ne è ancora uno dei principali ambasciatori ovunque vada. Il suo legame con la città e con la tifoseria è assoluto e non verrà scalfito dal tempo.
Dal 1987 ad oggi, il Napoli è quindi unito dal filo azzurro di grandi campioni che hanno fatto la sua storia a suon di goal e giocate impressionanti. Da Maradona a Mertens, passando per Hamsik, il prestigio degli azzurri vibra costante al San Paolo.