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Ludopatia in Campania, tra gioco minorile e spinte verso la regolamentazione

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Tra i diversi problemi con cui convive la Campania, la ludopatia merita una menzione speciale. E non potrebbe essere altrimenti, visto che Napoli è la terza città per numero di slot machine presenti sul territorio. Davanti al capoluogo soltanto Roma e Milano, ma tra questo terzetto e il resto d’Italia si sta scavando un solco più profondo. Un solco tracciato da puntate di giocatori sempre più vicini alla ludopatia.

Il dato più preoccupante che riguarda la regione è il gioco minorile. Il limite minimo d’età per scommettere è 18 anni, come ricordato dagli spot delle stesse case da gioco. La Campania però presenta il maggior numero di adolescenti coinvolti nell’azzardo, con una percentuale del 57% che la colloca al primo posto della graduatoria nazionale. Ben sopra la media, che comunque al 47% rimane piuttosto alta. Buona parte dei giocatori presenta una situazione a rischio ludopatia ben prima di raggiungere la maggiore età. Per minori affetti da questa malattia la Campania scivola in seconda piazza tra le regioni italiane, posizione comunque poco invidiabile. Il forte coinvolgimento delle fasce più giovani d’età non fa che aumentare l’allarme: in futuro i ludopati saranno sempre di più. Ipotesi che il governo locale vuole scongiurare, unendosi al movimento “no slot” con diversi provvedimenti.

Il comune di Napoli è stato tra i primi ad allinearsi alla nuova politica di prevenzione della ludopatia per i giocatori del futuro. La decisione più importante è stata la creazione di orari di apertura limitati per quanto riguarda le slot machine. Gli apparecchi più utilizzati dai giocatori compulsivi potranno essere funzionanti soltanto dalle 14 alle 18 e dalle 20 alle 24, come in molte zone d’Italia. Inutile il ricorso tentato dagli esercenti, bocciato da una recente sentenza del TAR della Campania. Il prossimo passo sarà togliere le macchinette da ristoranti, alberghi e luoghi turistici. Già avviata le misure per applicare il distanziometro, che allontanerà di almeno 500 metri le slot machine dalle zone sensibili.

Tutte queste misure servono a togliere i mezzi di gioco dai soggetti patologici. In questo modo si pensa di diminuire la volontà di continuare a puntare, sperando di tornare nella vincita. Tutti i giochi d’azzardo sono studiati per permettere al banco di vincere, altrimenti non esisterebbero. Le slot machine garantiscono un ritorno in denaro di circa l’85% della spesa: ogni 100 euro giocati se ne perdono 15, senza se e senza ma. Poi può capitare il periodo fortunato e quello sfortunato, ma con il passare del tempo la percentuale tende ad assestarsi intorno a ciò per cui la macchina è stata programmata.

Il problema principale di molti ludopati è proprio la speranza di guadagnare con l’azzardo. Se in un primo momento questo è visto solo con un passatempo, con il tempo diventa una vera e propria mania. Il giocatore tende così a sborsare tanto denaro in poco tempo, finendo con il trascurare il proprio lavoro e sacrificare aspetti importanti della propria vita. La svolta può cominciare solo riconoscendo il problema, oggi comune a quasi un milione di italiani. Ma la soluzione può essere ancora più semplice: non giocate. E se lo fate, non pensate di guadagnarci. La rovina spesso inizia da quest’errata convinzione.

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